Festa "Pensionamento"


Subito dopo l’annuncio del “pensionamento” di Don Vincenzino, le due Comunità parrocchiali iniziarono i preparativi per dedicare una intera giornata al loro vecchio Parroco.

Ecco allora che, trascorso il periodo quaresimale e la festività della Pasqua, quell’anno domenica 4 aprile, un po’ tutti, dai più piccoli ai più grandi, si misero in moto.

L’Azione Cattolica con in primo piano l’ACR, i gruppi di catechesi, i Consigli Pastorali, gli adulti che temevano di perdere il loro punto di riferimento spirituale … insomma due intere Comunità parrocchiali che organizzarono il tutto per sabato 24 aprile del 2010.

Alle 18.00 una sentita Celebrazione liturgica in Chiesa Madre e poi tutti al Centro Sociale con tanto di filmati amarcord, recite, poesie, saluti ufficiali e àgape fraterna finale.

In Chiesa Madre, una curatissima processione offertoriale chiusa dall’omaggio di una gigantografia della “Mater Amabilis”, la Madonna col Bambino e la pecorella legata alla Venerabile Lucia Mangano copia dell’immagine posta nel 2002 sull’altarino all’ingresso del paese di Linguaglossa, in occasione del 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.

Alla fine della Celebrazione, a nome della famiglia, il mio intervento, quelli dei Presidenti di A.C. e dei rappresentanti dei Consigli Pastorali.

Questo il mio intervento in quella occasione:

Caro zio

Sono qui, questa sera, a dar voce alla nostra famiglia.

Alla famiglia Di Mauro allargata dalla famiglia Formica e dalla famiglia Barletta.

Con tutti i nipoti, i pro-nipoti e i figli dei pro-nipoti che hanno permesso, se ben ricordi, al nonno Giuseppe (tuo papà), negli anni ottanta, di diventare trisavolo.

Una famiglia alla quale tu sei sempre stato legato sia nei momenti lieti che in quelli meno lieti, negli anniversari e nei momenti festivi. Sono qui per confermarti il nostro calore ed il nostro affetto.

… calore ed affetto che, in maniera estemporanea, tu stesso, qualche mese fa hai chiesto ai Consigli Pastorali la sera dell’annuncio ufficiale da parte di Don Guglielmo Giombanco che, per limiti di età canonica, rimettevi il mandato nelle mani del Vescovo: “Non lasciatemi solo”, hai detto!

E allora, forse con un pizzico di gelosia, ora più che mai ci rendiamo conto che non siamo … non possiamo essere solo noi la tua famiglia! Ma lì, in via Pietro Scuderi, dove ora torni a vivere, dove avevi sempre vissuto tranne l’ultimo decennio, non solo noi, la tua famiglia, ma tutta la Comunità, anzi la cittadinanza potrà certamente avere in te un punto di riferimento.

Celebriamo, quindi, oggi un momento importante della tua vita:

hai sempre esercitato il tuo ministero a Linguaglossa, sin dal giorno della tua ordinazione sacerdotale: dal 1952 … ben 58 anni!

Non poteva esserci, forse, migliore coincidenza nel passaggio del testimone al nuovo Arciprete-Parroco: Padre Barbarino, nato nel 1952, quindi, di anni 58.

Mentre nell’ottobre del 1952 il Signore ti dava il dono del sacerdozio, nove mesi prima aveva già pensato al tuo sostituto … quasi a sostegno della nostra fede in un Dio senza tempo per cui tutto è presente!

… e dopo 58 anni, fino all’ultimo, non sei mai venuto meno al tuo impegno pastorale, così come, d’altra parte, sottolinea nella sua lettera S.E. Mons. Pio Vigo (… “testimone attento … e protagonista attivo nella vita pastorale … per quasi sessanta anni, perché sempre rimasto nella sua Linguaglossa” tratto da Presentazione de “Piccole Epifanie di Cristo”).

Voglio adesso brevemente soffermarmi sui tuoi genitori.

Nonno Giuseppe:

… ora , nella casetta, sarai tu a fare il nonnino, un nonnino speciale ancora efficiente ed attivo!

Un nonnino speciale da andare ad incontrare, con cui poter scambiare idee ma certamente da cui poter ricevere consigli personali e spirituali.

Voglio metter in evidenza due frasi che il nonno novantenne ripeteva spesso a noi nipoti:

-“Veni ‘ca … veni ‘ca … settiti, parrammu!”

E noi, quando potevamo, lo assecondavamo, anche solo per pochi minuti … ora rimpiangiamo quei momenti. Solo ora, forse, ci accorgiamo della ricchezza del confronto con la saggezza!

-Il nonno era anche quello che ci diceva quando, seduti a tavola un po’ stretti uno accanto all’altro ci lamentavamo: “non ti preoccupari … non ti preoccupari … putissimu aviri un pusticeddu accussi ‘n Paradisu!”

Certamente, zio, hai già fatto e continuerai a fare tesoro di tutti gli insegnamenti ricevuti dall’esempio e dall’operato di tuo papà e, a sua volta, sarai tu adesso dispensatore di consigli e suggerimenti.

Nonna Francesca:

è stata sempre uno dei tuoi più importanti punti di riferimento … anche dopo che è venuta a mancare. Le sue cure, le sue attenzioni hanno contribuito alla tua formazione.

… ricordiamo ancora in famiglia quando lei a volte, amorevolmente, ti riprendeva, ti consigliava … era la tua mamma!

Quante volte, ancora in forze prima di ammalarsi, ti è stata accanto anche semplicemente in silenzio … e ti è rimasta accanto anche dopo la sua scomparsa interagendo continuamente dal cielo col tuo Angelo Custode.

Un pensiero, in questo momento va senza dubbio anche ai tuoi fratelli Salvatore ed Agata, oltre che allo zio Vincenzo e a Franca … siamo sicuri che anche loro ci stanno seguendo con gioia da lassù.

Ti giungono anche i saluti di tutti i tuoi parenti lontani, sparsi un po’ per tutto il mondo: Stati Uniti, Australia …

Ma sparsi in tutto il mondo ci sono anche tanti tuoi parrocchiani, oltre che negli USA e in Australia, anche in Svizzera, Germania, Nord/Italia, tutti partiti in cerca di un pezzo di pane sicuro.

… e tu, figlio di questa cultura, figlio e fratello di emigrati, sei diventato un loro punto di riferimento

… sei riuscito a continuare ad essere il loro Parroco da qui, da Linguaglossa, ricordandoli sempre, mantenendo i contatti e andando continuamente a portare loro la tua presenza piena di speranza.

Scrive bene da Firenze Pippo Mazza, anch’egli a suo tempo partito alla ricerca di miglior fortuna, a proposito del tuo impegno pastorale diocesano con l’Ufficio Migrantes:

…“E i tuoi giovani?

Tu li hai visti nascere, tu li hai visti crescere …

E quando stavi per vincere un treno te li ha portati via

i figli tuoi

e sei rimasto con le madri a piangere e a sperare

che per le vie del mondo li illumini il Signore!”

e poi continua nel 2010:

… “Sarà festa, oggi,

per le strade del mondo

col pensiero dei tuoi figli lontani.

Stretti nell’abbraccio dei ricordi,

gioie e dolori tenui affioreranno.”

Concludo ringraziando il Signore per aver donato alla nostra famiglia una presenza così importante come quella del Sacerdozio. Nel contempo auguro allo zio Don Vincenzino ogni bene e tanti anni ancora di permanenza fra di noi. 

Torino 2010.
Torino 2010.

Don Vincenzino, tuttavia, si sentiva ancora in forze e accettò la proposta di collaborazione con la Parrocchia “Nostro Signore Gesù Cristo Re della Pace” di Montelaguardia una frazioncina di Randazzo di poco più di un centinaio di anime per un totale di circa 30 famiglie. La proposta arrivò direttamente dagli stessi abitanti della frazione randazzese che, erano stati affidati al Parroco pro-tempore della territorialmente distante Parrocchia “Sacro Cuore” di Randazzo/centro ma, pur di avere un Sacerdote tutto per loro, si sobbarcano a turno quei 15 chilometri di SS120 da e per Linguaglossa, anche se non per tutti i giorni della settimana.

Don Vincenzino, comunque, non aveva messo da parte la propria indole riflessiva. Ecco allora che si organizza per effettuare un Pellegrinaggio a Torino in occasione della prima ostensione del Terzo millennio della “Santa Sindone” prevista dal 10 aprile al 23 maggio di quello stesso anno.

Sarà a Torino, seduto in prima fila, nel settore sacerdoti alla sinistra dell’altare, in una affollata Piazza San Carlo – circa 50.000 i partecipanti – per la Messa celebrata da Sua Santità Papa Benedetto XVI domenica 2 maggio alle ore 10:00. Ci arriverà dopo un personale percorso di preparazione sul tema “Passio Christi, passio hominis”. Argomento scelto, per lo storico avvenimento, direttamente dal Cardinale Severino Poletto, Custode pontificio della Sindone, per evidenziare la relazione intima tra la Passione del Signore e le tante sofferenze umane passate e presenti.

Don Vincenzino tornerà dall’esperienza torinese davvero rinfrancato nell’anima e nello spirito, pronto ad intraprendere percorsi sempre più audaci, primo fra tutti il viaggio negli USA.

Purtroppo i primi sintomi della malattia incombono e, primo fra tutti, dovrà rinunciare al viaggio in USA, anche se col biglietto già staccato.

Ma lui non era nuovo a queste meditazioni a lungo termine. Aveva già proposto e portato a compimento un cammino simile per tutta la Parrocchia nella primavera del 1989, in preparazione di una gita/pellegrinaggio parrocchiale a Roma per l’estate successiva, organizzando per i partecipanti una serie di incontri di riflessione sulla “Pietà” di Michelangelo, la scultura in marmo realizzata dall’artista rinascimentale e conservata nella Basilica di San Pietro in Vaticano (a destra entrando).

Queste alcune delle riflessioni proposte in quel caso da Don Vincenzino.

Nella scultura di Michelangelo, il Cristo ha un incisivo in più e, secondo la simbologia religiosa del tempo, il quinto incisivo era definito "dente del peccato": la scelta di scolpirlo simboleggerebbe l'assunzione di tutti i peccati del mondo compiuta da Cristo.

La Madonna, inoltre, è rappresentata con un volto molto giovane come quando aveva concepito il Cristo quasi a sostenere che "la castità, la santità e l'incorruzione preservano la giovinezza" (Michelangelo).


 

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