23/02/2012.  Il ritorno alla Casa del Padre


In preparazione per la veglia di preghiera in "San Francesco di Paola".
In preparazione per la veglia di preghiera in "San Francesco di Paola".

La mattina del 23 febbraio del 2012, la notte tra il “mercoledì delle ceneri” e il giovedì successivo, a causa della precipitazione della situazione clinica del mieloma multiplo, Don Vincenzino “ritorna alla Casa del Padre”.

Questa la dicitura che lui amava usare ed ha usato per l’annuncio della dipartita dei propri genitori. Anche nelle omelie delle celebrazioni funebri usava spesso soffermarsi sui due seguenti passi dei Vangeli di Luca e Giovanni:

-Gv. 16,28. "Sono uscito dal Padre, sono venuto nel mondo, ora lascio il mondo e ritorno al Padre".

-Lc. 15,11-32. La parabola del figliol prodigo. La Parabola raccontata solamente nel Vangelo di Luca che descrive tutto il travaglio del “ritorno alla casa del Padre” compiuto dal figliol prodigo.

Quel giovedì 23 febbraio, già dalla prima mattinata appena saputa la notizia, tutta la cittadinanza si cominciò a stringere attorno alla salma del suo vecchio Parroco in via Pietro Scuderi.

La mattina successiva, venerdì 24/02/2012, l’Avvocato Egidio Incorpora firma l’articolo de “LA SICILIA” nella pag. 45-Catania/Provincia:

Profondo dolore dell'intera comunità per la scomparsa di monsignor Vincenzo Di Mauro, arciprete dal 2003 al 2010 e parroco della Chiesa di San Francesco di Paola per ben 58 anni.

Nato il 4 luglio del '29, don Vincenzo - così veniva chiamato - studia teologia nel seminario di Acireale.

Consacrato al sacerdozio nel '52, diviene dapprima viceparroco di Padre Puglia nella chiesa di San Francesco di Paola e quindi parroco sino al 2010.

Il 2 febbraio 2003 assume l'impegno di Arciprete e Parroco sia della Chiesa Madre che di quella di San Francesco.

Nel febbraio 2010, rimette il mandato, per raggiunti limiti di età, nelle mani del Vescovo.

Impegnato profondamente nella tutela degli emigrati, diviene «Parroco di Linguaglossa e dei linguaglossesi nel mondo» e si incontra, assieme ai Vescovi del tempo, con migliaia di emigrati nel corso dei viaggi in Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Australia, Stati Uniti. In tale veste è stato anche responsabile dell'Ufficio Emigrazione-Immigrazione della Diocesi di Acireale dal 1970 a oggi.

Ha pure ricoperto la carica di Presidente dell'ospedale di Linguaglossa negli anni Settanta. Importante, poi, il suo impegno per la tutela e la valorizzazione della Chiesa di “San Francesco di Paola”.

Sempre venerdì 24, alle ore 10:00 circa, venne allestita una camera ardente in Chiesa “San Francesco di Paola” e da qui, nel primo pomeriggio, ci si mosse in corteo alla volta della Chiesa Madre dove alle ore 15.30 circa iniziò la funzione funebre presieduta da S.E. Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale.

Sia in Chiesa “San Francesco” che in Matrice, la bara posta ai piedi degli altari rivolta verso i fedeli che mostrava Don Vincenzino in camice e casula dorata.

In tutto il percorso, da casa a “San Francesco” e da qui in Matrice, lo ha accompagnato uno striscione dipinto dai ragazzi dell’ACR: un lungo lenzuolo che il giorno successivo, piegato, è stato posto sulla bara per la sepoltura.

Gremita la Chiesa, tanti i confratelli presenti. Presenti anche S.E. Mons. Giuseppe Malandrino-Vescovo emerito delle Diocesi di Acireale e di Noto e le autorità civili e militari.

L’omelia del Vescovo fu centrata principalmente sul cammino quaresimale appena iniziato e sul servizio ministeriale della figura del sacerdote in una comunità come Linguaglossa.

Diversi gli interventi finali: la Presidente dell’A.C. prof.ssa Anna La Guzza, il Preside prof. Mimmo Barletta, il Sindaco di Linguaglossa D.ssa Rosa Maria Vecchio e il nipote Egidio Di Mauro.

Questo, dopo aver ringraziato chi fosse già intervenuto, il mio intervento in quella occasione.

Caro zio

Sono qui oggi a dar voce alla nostra famiglia.

La famiglia Di Mauro allargata alla famiglia Formica e alla famiglia Barletta.

Con tutti i nipoti, pronipoti e figli di pronipoti.

Forzatamente assenti per motivi di salute i nipoti Concettina e Giuseppe ma, sicuramente, affettivamente presenti.

Hanno fatto sentire telefonicamente la loro voce anche i parenti dall’Australia e dagli Stati Uniti.

Un pensiero in questo momento va certamente ai tuoi fratelli Agata e Salvatore, a tuo cognato Vincenzo Barletta e ai tuoi genitori nonna Francesca e nonno Puddu, che ti hanno preceduto nella Casa del Padre.

Ma, ancor più, a tua nipote Franca che il Signore ha voluto con se molto presto, strappandola all’affetto dei suoi cari.

Da oggi, insieme a loro, ci guiderai da lassù.

Siamo tutti qui per confermare il nostro calore e il nostro affetto … e non siamo soli!

Siamo accompagnati da una intera Comunità perché non siamo e non possiamo considerarci solamente noi la tua famiglia!

Un coro unanime di consensi in questi due giorni, prima nella tua casetta, poi in Chiesa San Francesco di Paola ed ora qui, in Matrice, unitamente ad un continuo flusso di persone che ti ha reso omaggio e testimonianza dei tuoi 58 anni di attività pastorale nella città di Linguaglossa … e non solo Linguaglossa!

Col tuo impegno di Responsabile Diocesano dell’Ufficio Migrantes sei riuscito ad essere il Parroco dei linguaglossesi sparsi per il mondo (USA, Australia, Svizzera, Germania, Nord/Italia) ricordandoli sempre e andando continuamente a portare loro la tua presenza piena di speranza.

Un continuo peregrinare che in più di una occasione ti ha visto in visita pastorale anche con la pienezza dello Spirito Santo con la presenza dei vescovi S.E. Mons. Giuseppe Malandrino, S.E. Mons. Salvatore Gristina e S.E. Mons. Pio Vigo.

C’è un pezzo di Don Vincenzo in ognuno di noi linguaglossesi: matrimoni, funerali, battesimi, cresime, alunni di scuole elementari e Medie, campi-scuola, ritiri spirituali, scampagnate, viaggi … e il tutto in ben 58 anni!

Quest’anno ti apprestavi a celebrare il 60° della tua ordinazione sacerdotale: 26 ottobre 2012.

Dei tuoi confratelli, compagni di ordinazione sacerdotale, è rimasto adesso il carissimo Don Peppino Pappalardo che saluto affettuosamente: comprendo quanto anche lui soffra per la tua dipartita.

Il tuo cammino è stato, zio, così come scriveva Mons. Francesco Leotta:

“Un pellegrinaggio dalla terra al cielo.

Gioie e dolori.

Giorni umiliati e giorni gloriosi

Hanno scandito il cammino di fede della tua vita terrena”.

Sono queste alcune righe estrapolate dalla preghiera dedicata alla madonna del Cammino, opera bronzea di Salvatore Incorpora cui è intitolato il centro Sociale/Oratorio.

Il centro che tu hai fortemente voluto per i tuoi ragazzi, per i tuoi giovani.

Mi raccontava a tal proposito lo zio che prima della costruzione del Centro Sociale, sembrava che la Regione stesse facendo marcia indietro.

Nottetempo, allora. Lo zio si è recato sul luogo dove doveva sorgere la struttura e ha appeso ad un palo la medaglietta della madonnina miracolosa.

Ebbene, passati un paio di giorni, lo zio è stato chiamato dal responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune che gli comunicava l’avvio dei lavori! …

… era questo lo zio Padre Vincenzo. …

Aveva un Angelo Custode personale e parrocchiale tutto suo!

· Partiva per l’Australia dimenticando il biglietto di viaggio a casa … e qualcuno riusciva a farglielo arrivare all’aeroporto poco prima della partenza.

· Andava in visita agli emigrati in Germania … e, dopo averlo fatto comunque partire da Catania senza tessera di riconoscimento, tutti si adoperano per fargli arrivare il documento la mattina successiva a Milano.

· Ma era anche lo zio delle conferenze per gli emigrati del 27 luglio con tanto di relatori a carattere nazionale ed internazionale.

· Era lo zio dello scambio giovanile fra le Diocesi di Acireale e Stoccarda, ben coordinato da Claudio Guzzetta.

· Lo zio co-responsabile dell’Oasi di Aci Sant’Antonio, la casa regionale dei sacerdoti.

· Lo zio per un periodo Direttore dell’ospedale di Linguaglossa insieme al prof. Salvatore Castorina.

· Lo zio insegnante nelle scuole di Linguaglossa.

Lo zio contro l’abbattimento e, quindi, della salvaguardia della Chiesa San Francesco di Paola insieme all’artista prof. Salvatore Incorpora e, poi, del maxi-restauro della metà degli anni ottanta.

· Lo zio della costruzione della canonica in San Francesco.

· Lo zio del restauro del tetto e dell’esterno e della messa in posa delle vetrate istoriate in questa Chiesa Matrice.

· Lo zio del restauro degli unici tre organi a canne funzionanti a Linguaglossa in questa Chiesa, in Chiesa San Francesco e in Chiesa SS. Annunziata.

· Lo zio fondatore della base scout diocesana a Linguaglossa.

· Lo zio che ha accettato, con grande senso di responsabilità, di far da tutor a tanti Diaconi in prossimità al Sacerdozio, fra i quali il nostro Don Mirko Barilari.

· Lo zio che è l’artefice della vocazione del suo confratello linguaglossese Don Gaetano Lo Giudice. Parliamo del 1954.

· Lo zio che ha ben seminato, ma che nello spirito evangelico, non raccoglierà i frutti della folta schiera di seminaristi delle due Parrocchie “San Francesco” e “Matrice” che oggi si preparano al Sacerdozio nel Seminario di Acireale.

· Lo zio che ha voluto da sempre tenere la nostra famiglia unita e che si rammaricava quando non riusciva nel suo intento.

… e noi ti ringraziamo Signore per aver donato alla nostra famiglia una presenza così importante come quella del Sacerdozio.

Nel 1952, lo zio, appena ordinato, era stato assegnato ad Aci Castello, ma non fece in tempo a partire poiché le condizioni di salute dell’allora parroco Don Carmelo Puglia peggioravano e lui rimase, dapprima provvisoriamente, poi in maniera definitiva nella parrocchia “San Francesco di Paola” di Linguaglossa.

Qui ha avuto, dapprima il supporto dei suoi compianti genitori (nonna Francesca e nonno Puddu) poi della famiglia del fratello Salvatore.

Ma non si faceva mancare occasione di stare insieme alla famiglia della sorella Agata e di tutti i nipoti:

· la famiglia di Concettina in quel di Viterbo;

· la famiglia di Pippo in quel di Catania;

· la famiglia di Giuseppe in quel di Ginosa/Taranto;

· e qui a Linguaglossa: la famiglia della compianta Franca, la mia e quella di mia sorella Francesca, da dove tornava sempre soddisfatto poiché, a suo dire, Enzo gli faceva mangiare sempre del buon pesce.

È rimasto, quindi, sempre a Linguaglossa ed è diventato per tutti noi parenti un esempio di vita e un sano punto di riferimento. Lui ci ha visti nascere e crescere giorno dopo giorno.

L’ultimo anno è stato davvero un anno difficile ma, lungo la nostra strada, abbiamo trovato tanta solidarietà e tanti amici. Tanti sono qui oggi a renderti omaggio.

Ringrazio.

· S.E. Mons. Antonino Raspanti, che ha presieduto questa Celebrazione. Grazie per aver trovato il tempo, fra le varie incombenze di assestamento iniziale poco dopo il suo insediamento in Diocesi, di andare in visita dallo zio nella casetta di Linguaglossa.

Le assicuro, Eccellenza, che lo zio ha molto pregato, la scorsa estate, per il suo arrivo ad Acireale e ha anche molto apprezzato, ormai costretto a letto o alla poltrona, la Sua presenza.

All’appuntamento si era fatto trovare sulla poltrona in talare ma, per un malinteso, aveva sbagliato giorno: la visita era, infatti, fissata per l’indomani. Purtroppo, il giorno seguente, non fece in tempo e dovette rimanere a letto.

Questa Sua visita, Eccellenza, non poteva sortire altri risultati che non il suo gioire per un prete, in quel momento ammalato, che aveva da sempre interpretato il proprio ministero prioritariamente come un servizio agli emarginati e ai malati.

· S.E. Mons. Giuseppe Malandrino per la sua presenza. Quanti ricordi La legano a Don Vincenzo e alla Parrocchia “San Francesco”: un rapporto che è andato ben oltre le ordinarie relazioni fra un Vescovo e il suo territorio. Basta pensare agli annuali raduni itineranti del 27 luglio con gli emigrati e ancora agli annuali viaggi con Don Vincenzo per la cura di Fiuggi, l’ultimo dei quali, la scorsa estate, interrotto da un rientro affrettato a causa delle precipitate condizioni di salute dello zio.

· L’Amministrazione ed il Consiglio Comunale per lo “Striscione commemorativo” e per aver accolto a suo tempo lo zio in seno all’Aula Consiliare nel marzo del 2010 per ringraziarlo di tutto il lavoro svolto nei 58 anni di missione sacerdotale in Linguaglossa.

· Le autorità militati.

· L’Arciprete Barbarino e Don Mirko per l’altro “Striscione commemorativo” a nome delle due Comunità parrocchiali “San Francesco” e “Matrice”.

· Padre Scaccia unitamente alla Comunità parrocchiale “SS. Antonio e Vito” per la sua premura ed attenzione nei confronti dello zio.

· E poi, ancora, la Comunità dei Padri Cappuccini e dei Padri Domenicani.

· Padre Donzuso, generoso ed utile consigliere.

· Tutti i suoi confratelli presenti e non (tanti hanno telefonato perché impossibilitati a venire).

· L’Associazione Nazionale “Sacerdoti Missionari della Regalità di Cristo”.

· La sua amata Azione Cattolica che ha sempre sostenuto lo zio nel suo ministero. In A.C., nel tempo, si sono succedute figure importanti e consistenti. Due fra tutte vanno sicuramente citate: le sorelle Castrogiovanni che. Diceva lo zio, hanno donato la propria casa all’Azione Cattolica della Parrocchia “San Francesco di Paola”.

· L’Associazione “Sant’Egidio”.

· L’Associazione “San Rocco”.

· Ai musicisti e al coro che hanno animato la Messa.

· L’Avvocato Egidio Incorpora per aver curato l’articolo su “LA SICILIA” di oggi.

· Le signore Tornatore, Maria Di Mauro e Nino Lo Giudice, Gerardo Di Mauro e Vitale, Giovanni e Daniela.

· I medici Dr. Rocca, Dr. Sfogliano.

· Il nostro medico di famiglia Dr. Sgroi che è sempre stato disponibile, presente e, con la sua professionalità, di grande aiuto nei momenti difficili e di gran sollievo per lo zio e per noi tutti familiari.

· Infine, per ultimo, ma certamente non ultimo, ringrazio, con profonda stima e rispetto il prof. Salvatore Castorina. Colui che da sempre, negli anni, con la sua Clinica Morgagni nelle due strutture di Catania e Pedara, si è preso cura dei suoi vari problemi di salute, in particolare in questo ultimo anno dove lo zio, col suo continuo andirivieni dalla Clinica, è stato letteralmente cullato sotto le sue amorevoli cure ed accompagnato all’estremo trapasso nel modo più sereno e professionale possibile.

 Ci resta il ricordo tangibile della sua presenza nei nostri cuori, ci resta il suo sorriso che traspariva sempre serenità, ci resta il suo andare casa per casa a visitare ammalati ed anziani, ci resta la sua protezione dal cielo.

Lo ricorderemo ogni volta che, rientrando in paese, porgeremo il nostro sguardo all’Altarino della “Mater Amabilis” posto all’ingresso di Linguaglossa in contrada “Terremorte”, lì installato nel 2002 in occasione del suo 50° anniversario di sacerdozio.

Don Vincenzino riposa nel Santo Cimitero monumentale di Linguaglossa accanto ai propri genitori.

Sulla tomba: “il sorriso di un pastore di anime”.

Troviamo, inoltre, accanto ad una alta croce, la frase “… in Dio nell’Amore” che lui stesso aveva scelto nel 1972 nella triste circostanza della dipartita della propria madre.

Questa espressione era stata estrapolata da un discorso di Papa Pio XII del 26 luglio 1958: “Dimorare in Dio nell’amore affinchè Dio dimori in noi”.

In quel suo messaggio, diceva Don Vincenzino, Pio XII, il Papa cui era molto legato poiché aveva esercitato il Pontificato durante gli anni del suo cammino formativo da chierico nel venerando Seminario Vescovile di Acireale, delineava il cammino della vita contemplativa, descrivendo, di fatto, la dimensione mistica del carisma minimo di San Francesco di Paola: “La persona che si apre a Dio e fissa in Lui il proprio cuore, si impegna a conservare la propria persona ancorata in Dio nell’amore”.

Sulla destra, la scritta “PAX” sovrastata da una statua/grandezza d’uomo, di un pensieroso e orante Angelo senz’ali getta/fiori: Ministro della potenza e della volontà divine.

Non passa giorno che sulla sua tomba non ci sia un fiore fresco, un fiore in sua memoria sicuramente associato ad una silenziosa preghiera, un bocciolo tolto dal fascio di fiori preparato per un genitore o, forse, per un figlio, che giace poco più in la. Un fiore che significa tanto … tutto.

Oltre che dimostrazione di stima, affetto e amicizia, questi gesti sono sicuramente indice di riconoscenza, sono testimonianza dell’operato di un Parroco che è sempre stato in mezzo alla sua gente e che ha lavorato per la sua Comunità con devozione e abnegazione.

Un omaggio, quindi, al proprio Pastore che è stato guida sicura per un attendibile cammino spirituale.

 

Questi i ringraziamenti inviati a quanti, con telegrammi e telefonate,

si sono uniti nel dolore della perdita

di Don Vincenzino:


Pianta del Cimitero di Linguaglossa.

Delineato in rosso il settore dove si trova la tomba di Don Vincenzino.

La tomba di Don Vincenzino con i suoi genitori.



 

 

Sei alla pagina 16 (23/02/2012: il ritorno alla Casa del Padre).   Vai alle altre pagine:

Prefaz.

Pag.

1

Pag.

2

Pag.

3

Pag.

4

Pag.

5

Pag.

6

Pag.

7

Pag.

8

Pag.

9

Pag.

10

Pag.

11

Pag.

12

Pag.

13

Pag.

14

Pag.

15

 

Pag.

17

Pag.

18

Pag.

19

Pag.

20